Il lago ex Snia si trova a Roma, proprio all’interno di un agglomerato urbano che è il quartiere Pigneto-Prenestino. Molti non lo conoscono nemmeno, poiché in realtà è saltato fuori da alcuni anni, ma presto quelli del quartiere si sono affezionati e vista la sua ampiezza, ben diecimila metri quadrati, e il fatto che è addirittura balneabile, hanno fatto di questo lago un bene prezioso, che appartiene alla collettività e da preservare. Per non parlare degli ambientalisti che lottano per preservarlo. Ma andiamo a conoscere la storia del lago Ex Snia, per certi versi abbastanza affascinante.
Storia del lago Ex Snia
La storia del lago Ex Snia è un po’ particolare, e anche se tutto sembra abbia avuto inizio qualche tempo fa, in realtà, la storia di questo lago affonda le radici nel 1954, quando lo stabilimento situato al Pigneto che produceva viscosa, cioè seta artificiale, appartenente alla Cisa Viscosa, venne chiuso. In precedenza, attorno agli anni venti lo stabilimento era tra quelli italiani ritenuti più importanti e già all’epoca apparteneva alla Società generale Italiana della Viscosa.
Successivamente chiamata Snia Viscosa, la società nel 1982 passò i suoi possedimenti, composti dall’opificio più l’ampia area circostante alla Società Immobiliare Snia che ne fu proprietaria fino al 1990. I passaggi di questa vasta area, in tutto composta da oltre quindici ettari, non erano ancora finiti e il prossimo proprietario fu la società immobiliare Pinciana 188, che allo scopo di edificare un centro commerciale diede inizio ad un procedimento amministrativo per farsi rilasciare la concessione edilizia.
La proprietà passò poi alla società immobiliare Ponente 1978 di Antonio Pulcini che iniziò i lavori di sbancamento per la costruzione della struttura nel 1992. Durante gli scavi per costruire il parcheggio sotterraneo il costruttore, che senza dubbio non era al corrente della storia di quella località, incontra la falda acquifera nota come Acqua Bullicante e sotto di essa faceva il suo corso il Fosso della Marranella. Con gli scavi effettuati in quella profondità non ci fu verso di fermare l’acqua che sgorgò in superficie e diede vita a quello oggi viene definito il “lago ribelle”.
Alla scoperta della falda acquifera i lavori vengono bloccati ma già era in corso una denuncia per falsificazione della mappa catastale del Piano Regolatore Generale. Era stata infatti colorata in azzurro l’area riguardante ex Snia piuttosto che rosa, in modo da passarla a M3 e destinarla all’edilizia privata. La faccenda illegale venne subito a galla e tutto da allora è fermo. Il giudice che si occupò del processo alla fine riconobbe la gravità del fatto ma non ci furono condanne per alcuno.
In tutti questi anni la natura ha preso il sopravento sull’intera area e ad oggi sono ancora in piedi i pilastri in cemento di quella che avrebbe dovuto essere una struttura commerciale, mentre attorno al lago cresce rigogliosa la vegetazione che si trasforma in habitat ideale per animali protetti. Tra questi vi sono i germani reali e nelle acque del lago, che sono pulite, si muovono libellule e pesci per la delizia di chi si ferma per osservare questo bellissimo specchio d’acqua.